giovedì 4 giugno 2015

Ritiro del ricorso



Con quest’ultimo aggiornamento chiudiamo la petizione.

Non potendo sostenere la maggior parte delle spese in proprio, abbiamo infatti deciso di ritirare il ricorso.

Come ultimo atto abbiamo rivolto un appello al Sindaco Marco Doria affinché, quando il Consiglio Metropolitano si esprimerà sul prossimo anno scolastico, spenda una parola perché si lasci alle scuole, nella loro autonomia, di decidere come articolare l'orario settimanale. 

Con ogni probabilità non si tornerà comunque  all’orario sui sei giorni, ma sarebbe un gesto politicamente importante. 

Grazie per averci sostenuto.

Nicoletta Pavia
a nome dei ricorrenti

martedì 19 maggio 2015

Incontro col Sindaco Marco Doria

Un aggiornamento, dopo tanto tempo, sulla vicenda della settimana corta alle superiori e del nostro ricorso contro la Provincia...
Come ricorderete, il TAR Liguria aveva negato la sospensiva da noi richiesta con la motivazione che non fossimo titolati a ricorrere contro la Provincia: avrebbero dovuto farlo le scuole, lese nella loro autonomia (peccato che non si fosse trovato un solo dirigente disposto a farlo...). Credevamo che la vicenda giudiziaria si fosse conclusa così, e invece, pochi giorni prima che l'ente cessasse di esistere, i legali della Provincia hanno chiesto al TAR di procedere con la discussione nel merito: l'udienza è fissata per il 21 maggio. Fatichiamo a comprendere le ragioni di questo accanimento, che ci pone il problema di decidere cosa fare, di fronte ad un tribunale che ci ha già delegittimato.
Abbiamo perciò tentato di ricondurre la vicenda sul terreno politico, e ci siamo rivolti a Marco Doria, nel suo ruolo di Sindaco della Città Metropolitana che è subentrata alla Provincia.
Al Sindaco, che abbiamo incontrato il 20 marzo, abbiamo chiesto, appunto, un gesto politico: annullare la delibera della Provincia e lasciare alle scuole, nella loro autonomia, di decidere come articolare l'orario settimanale.
Il Sindaco ci ha risposto che non può annullare la delibera se non trova il modo di recuperare quei 350.000 euro che la settimana corta a scuola consentirebbe di risparmiare.
Gli abbiamo parlato di soluzioni tecniche che consentano di utilizzare meglio gli impianti di riscaldamento e degli impianti delle scuole comunali che restano spesso accesi anche durante il fine settimana, ci ha replicato che il dissesto della Provincia è grave, che han già tagliato dappertutto, che un'eventuale nostra vittoria in sede giudiziaria potrebbe costringerlo a dover scegliere tra le scuole e gli stipendi dei dipendenti della Provincia...
Noi pensiamo che il gesto politico si sarebbe comunque potuto fare, e senza correre eccessivi rischi, tanto più che il Consiglio Metropolitano avrebbe comunque dovuto poi deliberare nuovamente in merito...

A questo punto, la situazione che ci si prospetta è la seguente: possiamo andare avanti col ricorso, sapendo che possiamo andare incontro ad una sconfitta e alla necessità di affrontare ulteriori spese legali. Grazie alla disponibilità di tutti voi, eravamo riusciti a raccogliere in tempi rapidissimi i 3500 euro necessari (dai bolli al compenso dell'avvocato) per far partire il ricorso... Ora abbiamo bisogno di sondare l'eventuale disponibilità a contribuire ancora per poi valutare cosa possiamo permetterci di fare. Per questo abbiamo predisposto a http://doodle.com/3u79qxv8nsg7rw33 una pagina di sondaggio, che vi preghiamo di consultare e di utilizzare per eventuali “promesse” di contributi.
E' ovvio che i quattro ricorrenti ufficiali, come già hanno fatto, contribuiranno con cifre più consistenti. Quel che non possono fare è rischiare tutto in proprio.
Abbiamo bisogno di fare una valutazione entro Pasqua: se le promesse di contributo, sommate ai nostri contributi personali, raggiungeranno i 3000 euro, potremo andare avanti.

In alternativa, e se non raggiungeremo quella cifra, possiamo ritirare il ricorso, sperando che la controparte non abbia obiezioni da fare (e il Sindaco, in questo senso, ci avrebbe dato garanzie).

Quello che nessuno può impedirci di fare è, comunque, attivarci presso le nostre scuole perché siano esse a ricorrere: i Consigli di Istituto possono deliberare affinché i Dirigenti siano costretti a provvedere, peraltro senza sostenere alcuna spesa perché difesi dall'Avvocatura dello Stato. La strada è già stata spianata, quella delle scuole sarebbe una facile vittoria...

Grazie a tutti per il sostegno e la collaborazione.

Nicoletta Pavia
a nome dei ricorrenti

domenica 9 novembre 2014

Risposta del TAR Liguria


L'udienza per il ricorso al TAR Liguria si è tenuta giovedì 6 novembre. Già in giornata abbiamo saputo che la richiesta di sospensiva immediata non era stata accolta, il giorno successivo abbiamo avuto le motivazioni: il TAR respinge la nostra domanda perché non ci ritiene legittimati come ricorrenti in quanto

1) rispetto alla contestazione della violazione dell'autonomia scolastica, sarebbero state le scuole, e non singoli cittadini, a dover ricorrere contro la Provincia
2) rispetto alla contestazione della violazione del diritto allo studio, spetta a noi ricorrere, ma contro le scuole che hanno deliberato le modifiche all'orario, e non contro la Provincia.

Insomma, un trionfo delle eccezioni formali contro la sostanza, e senza alcuna discussione nel merito, che ci avrebbe visti molto probabilmente vincitori.

L'avvocato che ci ha seguito ne era ben consapevole, ed ha sostenuto il nostro diritto a ricorrere sulla base di una giurisprudenza di altri TAR e del Consiglio di Stato, che, anche dietro sollecitazioni europee, hanno altre volte accolto una tendenza espansiva della legittimazione ad agire innanzi al Giudice Amministrativo. Il TAR Liguria ha invece confermato una posizione conservativa ed espresso un'interpretazione restrittiva della nostra legittimazione di ricorrenti: semplici cittadini, è vero, ma comunque rappresentativi di studenti, genitori ed insegnanti.

Resta l'amara consapevolezza che, se anche un solo dirigente scolastico avesse fatto ricorso (rivolgendosi all'Avvocatura dello Stato, e quindi senza dover sostenere alcuna spesa), si sarebbe ottenuto un risultato diverso.

Quanto poi all'indicazione di ricorrere contro le scuole, perché sono i Consigli di Istituto che hanno modificato l'orario, vien da chiedersi cosa sarebbe successo se anche in un solo Istituto si fosse deciso di respingere la delibera della Provincia.

Noi ci siamo dovuti muovere in un vuoto, istituzionale e di responsabilità, ed in questo vuoto è stato fin troppo facile contestare il nostro stesso diritto ad intervenire.

Ma si doveva fare, e per questo ringraziamo tutti voi che ci avete sostenuto anche materialmente e seguito fin qui.

Nulla vieta, ora, alle Istituzioni Scolastiche Autonome di ricorrere contro la Provincia, e a genitori e studenti di ricorrere contro la propria scuola (anche se, allo stato attuale, sarebbe un po' come sparare alla Croce Rossa). 

Una cosa, però, la possiamo fare tutti: informiamo i Dirigenti, i Consigli di Istituto ed i Collegi Docenti che le cose potevano andare diversamente.

lunedì 20 ottobre 2014

Udienza presso il TAR Liguria e mobilitazione nelle scuole


L'udienza presso il TAR Liguria per ottenere la sospensiva della delibera della Provincia è stata fissata per giovedì 23 ottobre 2014.

Se la richiesta sarà accolta, ci sarà bisogno più che mai della mobilitazione di tutti per sensibilizzare i Collegi Docenti, i Consigli di Classe, i Consigli d'Istituto e i Dirigenti, perché l'anno scolastico non continui come è iniziato e le scuole deliberino il ritorno all'orario sui sei giorni.

Se ci avete seguito fin qui, non fermatevi proprio adesso!

Grazie a tutti per la collaborazione.

I ricorrenti

Nicoletta Pavia
Emanuela Massa
Paolo Fasce
Arianna De Ferrari

giovedì 2 ottobre 2014

Il ricorso è partito, ora attiviamoci nelle scuole




Il ricorso contro la delibera della Provincia che stabilisce la chiusura al sabato delle scuole superiori è stato notificato mercoledì 1 ottobre al Tribunale Amministrativo della Liguria. L’iniziativa è nata per impulso di alcuni genitori ed insegnanti del Coordinamento Genitori Democratici ligure (CoGeDe), ed ha raccolto un vasto consenso.

L’obiettivo dei ricorrenti è di ottenere una sospensione della delibera con effetto immediato: perciò chiedono a tutti coloro che condividono le ragioni del ricorso di attivarsi presso i Consigli di Istituto e di sensibilizzare i Dirigenti scolastici perché le scuole si attrezzino per tornare al più presto all’orario sui sei giorni.

Sembrava un’impresa impossibile, e invece i soldi necessari a coprire le spese sono stati raccolti quasi tutti in pochissimo tempo, grazie ai contributi di moltissime persone, per la maggior parte genitori, che vogliono dire no ad un provvedimento che ha il solo obiettivo di far risparmiare sul riscaldamento  (350.000 euro su base annua, tanto vale l’istruzione superiore a Genova…) e non prende in alcuna considerazione le tante, inevitabili conseguenze sulla qualità della didattica, sulla possibilità di apprendere,  sull’organizzazione dei tempi di studio e di vita degli studenti, costretti a lezioni frontali anche per sette ore di seguito, magari seguite, come nel caso degli istituti tecnici e professionali, da altre ore ancora nel pomeriggio.

Sul tema della settimana corta  è lecito avere opinioni diverse, e i più fortunati saranno anche felici di approfittare del sabato libero per andare in montagna o al mare coi propri figli…  Non si tratta, infatti, di essere ideologicamente contrari alla settimana scolastica di cinque giorni, ma di respingere un’imposizione illegittima che cambia tutto senza cambiare niente: meno  giorni ed ore accorciate, senza alcun riguardo al sistema scolastico reale, che è ancora quello pensato sui sei giorni.

In ogni caso, per gli studenti, settimana corta a scuola significherà mangiare male, avere meno tempo da dedicare allo studio a casa, alle attività sportive, ai propri interessi…  ed avere, in compenso, una serata in più per lo “sballo”…

A farne le spese saranno, come sempre,  i più deboli, quelli che la scuola dovrebbe poter sostenere e che invece si rassegna ormai a perdere, come i dati sulla dispersione scolastica drammaticamente evidenziano.

Per questo, dopo aver interpellato finora senza risultato le Istituzioni, i genitori e gli insegnanti del CoGeDe hanno deciso di ricorrere alle vie legali per difendere il diritto allo studio e quello alla salute, che non dovrebbero essere in contraddizione tra loro e che le Istituzioni dovrebbero per prime tutelare… Tra le motivazioni del ricorso, si segnalano appunto la violazione delle norme costituzionali in materia di diritto allo studio, oltre alla palese violazione dell’autonomia scolastica, al mancato rispetto delle esigenze degli studenti e delle famiglie, con riguardo anche ai diritti degli studenti disabili, di fatto ulteriormente penalizzati. 


lunedì 22 settembre 2014

Il ricorso parte!


La cifra complessiva che serve a coprire le spese non e' ancora stata raggiunta, ma ci siamo quasi, e per questo la raccolta dei contributi rimane aperta ancora per qualche giorno: il contributo di ciascuno, anche minimo, e' prezioso.

Cliccando sul bottone "Donazione" nella colonna a destra di questo testo troverete tutte le informazioni sulla vicenda e sulle modalita' per contribuire.

Se qualcuno preferisse contribuire brevi manu, puo' consegnare una busta chiusa indirizzata ad Emanuela Massa alla portineria di via Vannucci 9/5 (8.30-12.30; 15-19).

Diffondete l'appello tra i vostri contatti: la scuola è di tutti e per tutti!

Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno gia' contribuito, permettendoci di dare il via all'avvocato.

Nicoletta Pavia

per i ricorrenti
Emanuela Massa, genitore
Paolo Fasce, insegnante
Arianna De Ferrari, studentessa